Eleonora Bruni ed Erika Biavati: “Ali&Abissi”, vocalità estrema

07/05/2016 to 08/05/2016

Ali Abissi

Ali&Abissi“, workshop sulla vocalità estrema (settore grave e sporco – sovraglottico, growl, scream, aritenoideo, falsocordale, fry – registro di fischio e settore acuto).

Due giornate di lavoro. Incontro a numero chiuso.

E’ possibile prenotare un posto senza versare alcuna caparra.

Nel momento in cui verrà raggiunto il numero massimo di 16 iscrizioni a chi ha effettuato la prenotazione (via mail o telefonicamente), verrà richiesto il saldo dell’intera quota di partecipazione.
PROGRAMMA DETTAGLIATO DEL WORKSHOP:

SABATO 7 maggio 2016
14.00 – 19.00
Anatomia e fisiologia della laringe
La respirazione
I risonatori
Anatomia e fisiologia specifica della vocalità estrema

DOMENICA 8 maggio 2016
10.00 – 13.00
Vocalità estrema: M3 (lavoro pratico)
13.00 – 14.00 Pausa pranzo
14.00 – 17.00
Vocalità estrema: M0 e Sovraglottico (lavoro pratico)
Rilascio attestato di partecipazioneVocalità estrema: M0 (lavoro teorico-Consegna attestati)

Informazioni e approfondimenti sul workshop:

La didattica del canto e dalla voce in ambito artistico si orienta generalmente allo studio di vocalità sostanzialmente “glottiche”, tipiche della nostra tradizione occidentale. Nonostante ciò, esistono moltissime forme di canto, da quello etnico al rock, che prevedono l’emissione di suoni prodotti non solo dalle corde vocali vere, ma anche da altre strutture laringee.

Il complesso fenomeno della produzione della voce può essere schematicamente rappresentato in due momenti fondamentali: la generazione del suono da parte di strutture vibranti e la modificazione di tale suono da parte dei risonatori.

Nello studio del canto e della voce artistica ci si occupa generalmente del suono prodotto dalle corde vocali vere, ma è a tutti evidente come, nel caso di alterazioni funzionali come pure di particolari intenzioni stilistiche o espressive, sia possibile generare suono attraverso la messa in vibrazione di strutture “altre”: false corde vocali, aritenoidi, sfintere esofageo.

Tale suono, esattamente come quello prodotto dalle corde vocali vere, viene poi filtrato e rinforzato grazie all’azione del vocal tract.

Nel canto moderno, dal rock al musical, come pure nella recitazione, è sempre più frequente il ricorso a suoni prodotti con le strutture sovraglottiche, utilizzati come arricchimento interpretativo, fino a divenire in taluni casi del tutto caratterizzanti in ambito stilistico.

Appare del tutto evidente come l’esigenza dell’artista di utilizzare voci “altre, “sporche”, “graffiate”, rischi di non trovare spazi adeguati nella tradizionale didattica del canto. L’utilizzo di tali modalità, così come la pratica di vocalità estreme (quali il growl e lo scream), rischia perciò di essere del tutto orfana di una didattica specifica che sia in grado di offrire allo studente e all’artista un percorso che soddisfi le esigenze di competenza tecnica e di sicurezza vocale.

Per questo motivo, negli ultimi anni, Eleonora Bruni (cantante, insegnante di canto, vocologa artistica), Enrico Di Lorenzo (foniatra artistico, cantante extreme metal) e Matteo Belli (attore, insegnante di recitazione), hanno dato vita al “Gruppo di ricerca sulle voci sovraglottiche”. I tre hanno condotto un’attenta e rigorosa ricerca fisiologica e didattica, al fine di fornire una chiara comprensione del fenomeno della produzione delle voci sovraglottiche, nonché un approccio didattico specifico che renda l’artista capace di utilizzare tali suoni, producendoli volontariamente (e non come risposta patologica), in assenza di rischi per la salute vocale.

Il lavoro presentato prende in esame le modalità estreme del Growl e dello Scream, utilizzate soprattutto dai cantanti “Death Metal”, proprio per la loro caratterizzazione quasi esclusivamente sovraglottica.

Nel complicato ed estremamente variegato panorama stilistico che, in poco più di venti anni ha condotto dall’ Hard Roch al Death Metal, si alternano e si sovrappongono numerosissime modalità di utilizzo della voce.

Nel Death Metal la voce tende decisamente verso un’emissione non più riconoscibile come umana: è la voce dell’indicibile, di ciò che è “altro”, dell’istintiva animalità che alberga in noi, che improvvisamente prende il sopravvento e grida la sua alterità, la sua rabbia, la sua minaccia e il suo dolore. E’ del tutto evidente (basta ascoltare un brano dei “Sepultura” o degli “Arch Enemy”) come le corde vocali vere e la voce cosiddetta “normale” siano del tutto inadeguate ad esprimere l’indicibile!

Il Growl, minaccioso e profondo, e lo Scream, acuto e lancinante, sono modalità di emissione vocale estremamente aggressive e perciò potenzialmente molto pericolose per il cantante che con esse si cimenta.

Il lavoro delle corde vocali e della laringe può essere molto alto e usurante, in particolare nell’Heavy Metal dove il suono desiderato è più definito e dunque si chiede un maggior utilizzo delle corde vere. In generale, a seconda delle variazioni stilistiche, esistono molte combinazioni nell’uso delle varie strutture (corde vere, false corde, aritenoidi, pliche) e dei vari meccanismi (M1 e M2).

Nell’approccio didattico viene utilizzato il Growl e lo Scream come voci sovraglottiche, escludendo al massimo il lavoro della glottide e dunque delle corde vere.

Lungi dall’essere voci “distorte”, come troppo spesso vengono genericamente definite, queste modalità di emissione del suono mettono in vibrazione le altre strutture presenti al di sopra del piano glottico , strutture che accompagnano o sostanzialmente sostituiscono la vibrazione delle corde vocali vere.

L’emissione e l’ascolto di esempi emessi in modo corretto si è rivelato di importanza sostanziale: un buon Growl, sottoposto agli esami strumentali, mette in evidenza la vibrazione delle aritenoidi e delle pliche, una lieve attività falsocordale, la posizione bassa della laringe, la posizione bassa della lingua, un aumento del diametro longitudinale e di quello trasverso, e soprattutto un’adduzione cordale incostante e incompleta.

Lo scream, utilizzato dal docente come esempio e sottoposto agli esami strumentali, rivela la vibrazione delle aritenoidi, delle pliche ariepiglottiche e dell’epiglottide, l’aumento del diametro longitudinale ma la riduzione del diametro trasverso, la creazione di una sorta di “astuccio epiglottico” con i due bordi dell’epiglottide che sostanzialmente si toccano, la laringe in posizione alta.

In entrambe i casi il range dinamico è estremamente ridotto (96-80 db).
Sia nel Growl che nello Scream lo spettrogramma rivela la presenza di rinforzi armonici piuttosto netti , nonostante la forte presenza di rumore e turbolenza, intorno ai 3000 Hz. L’osservazione del lavoro cordale attraverso la laringoscopia con il flessibile durante l’emissione del growl e dello scream ci rivela chiaramente un dato fondamentale ai fini della didattica: le corde vocali vere lavorano estremamente meno di quello che potremmo immaginare se considerassimo tale vocalità alla stregua di quella che intendiamo come voce “normale”!

 

LA DIDATTICA DELLE VOCI ESTREME
Il lavoro di sperimentazione didattica svolto sia con i cantanti che con gli attori è stato dunque strutturato intorno alla necessità di preservare le corde vocali vere, minimizzando tutti i rischi connessi con l’uso di queste modalità estreme che lavorano sempre ad altissime intensità di flusso d’aria.

Si è scelto un approccio dinamico, capace di di stimolare una emissione fluida e potente, evitando ogni suggerimento che potesse produrre fissità e rigidità.

Gli strumenti tipici della didattica del canto sono stati utilizzati in particolare attraverso l’uso di metafore volte ad ottenere emissioni morbide, a ridurre al massimo la tendenza a forzare, a minimizzare la spinta e le eccessive tensioni muscolari.

L’ attento lavoro sulla respirazione, sull’appoggio e sul sostegno è sempre stato accompagnato da una particolare attenzione nel ridurre blocchi e spinte verso il basso. Notevole importanza riveste lo studio dei risonatori, la capacità di gestire il vocal tract e di utilizzare la muscolatura facciale.

Esercizi specifici sono stati elaborati per condurre l’allievo ad utilizzare le aritenoidi e le falsecorde indipendentemente dalle corde vocali vere, così da poter condurre, in un secondo momento, ad un coinvolgimento consapevole delle varie strutture nell’emissione dei vari suoni, riconoscendone le specificità anche dal punto di vista del risultato uditivo. Molto importante, nell’approccio didattico, si sono rivelati il lavoro corporeo, il movimento associato all’uso della voce, come pure l’utilizzo di posizioni di instabilità (controllate dal docente) per sbloccare le strutture sovraglottiche.

Il Growl e lo Scream, modalità tutt’altro che dannose se emesse con tali presupposti, possono però rivelarsi particolarmente insidiose se spinte con forza, con rigidità, o nell’eccessivo coinvolgimento delle corde vocali vere.

L’ intensità di flusso che la vocalità estrema richiede e presuppone sarebbe infatti nettamente eccessivo per le corde vere, strutture assai più delicate di quelle sovraglottiche! In questo senso riteniamo che anche un insegnante di canto che non sia in grado di produrre suoni sovraglottici, se attento e competente (e, aggiungerei, rispettoso del mondo espressivo dell’allievo), possa essere di aiuto all’artista che desidera utilizzare tali modalità. Egli potrà lavorare sulla voce pulita e sulla risonanza, cosciente delle altre necessità dell’allievo, stimolandolo ed accompagnandolo verso una corretta respirazione e verso un elevato livello di propriocezione, così da aiutarlo a evitare blocchi e spinte eccessive, nonché a distinguere tra lavoro glottico e lavoro sovraglottico, indirizzandolo poi ad un maestro formato nell’ambito specifico della vocalità estrema.

Sperimentazione didattica e rilievi strumentali.

Dall’abisso dei cosiddetti “suoni sporchi” al volo quasi etereo del fischio.

Lo studio condotto dalle due docenti indaga il vasto mondo della vocalità estrema: il fry, l’emissione falsocordale e quella aritenoidea, lo screm ed il growl, i graffiati, le diplofonie, il fischio e il sibilo. Di certo interesse per i cantanti rock, pop, metal, per gli attori e per tutti coloro che sono attratti dalla sperimentazione vocale, i registri estremi mostrano la loro utilità per tutti i professionisti della voce, fornendo molteplici e vari strumenti espressivi, aumentando al contempo il livello di consapevolezza e migliorando la gestione della voce anche nel meccanismo 1 e nel meccanismo 2.

 

— STUDI SULLA VOCALITA’ SOVRAGLOTTICA:
Eleonora Bruni ha presentato il lavoro: “La didattica delle voci estreme” nell’ambito del I
Convegno AICI tenutosi a Mantova nell’aprile del 2012.
Eleonora Bruni, Matteo Belli, Enrico Di Lorenzo hanno presentato in anteprima il loro lavoro: “Voci Sovraglottiche. Verso un linguaggio comune” all’interno del III Convegno CEIMArs “Medicina ed arti della Performance” tenutosi a Roma dal 7 al 9 dicembre 2012.
Eleonora Bruni in qualità di raltrice sta curando un progetto di tesi sperimentale in Logopedia. Tale progetto è in corso di sperimentazione e riguarda l’utilizzo della metodologia didattica della Bruni sui suoni sovraglottici applicata nei casi di pazienti oncologici laringectomizzati. Università di Padova.

— STUDI SUL MECCANISMO 3, FISCHIO:
Erika Biavati ha presentato il suo “Registro di fischio” durante il convegno “La Voce Artistica: Voce e cinema” a Forte dei Marmi nel 2010.
Erika Biavati ha presentato un intervento sul “Registro di fischio” durante il Convegno “Lucca in Voce” a Lucca nel 2014.

— STUDI SUGLI ESTREMI (FISCHIO, FRY, SOVRAGLOTTICO): 
Eleonora Bruni ed Erika Biavati hanno presentato il loro lavoro sperimentale condotto in collaborazione con Franco Fussi: “Effetti dei meccanismi estremi sui meccanismi legittimi” nell’ambito del X Convegno internazionale “La Voce Artistica a Ravenna nell’ottobre 2015.

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